PABLO NERUDA - INSETTI


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Ode al viaggio fortunato

Neruda - le poesie

Oda al viaje venturoso

Oh, viaje venturoso!
Dejé la primavera
trabajando en mi patria.
Los motores
del ave de aluminio
trepidaron
y fueron fuerza pura
resbalando en el cielo.
Así las cordilleras y los ríos
crucé, las extensiones argentinas,
los volcanes, las ciénagas, las selvas:
nuestro planeta verde.
Luego lanzó el avión sobre las nubes
su rectitud de plata
cruzando agua infinita, noches
cortadas
como copas o cápsulas azules,
días desconocidos cuya llama
se deslizó en el viento,
hasta que descendimos
en nuestra estrella errante
sobre la antigua nieve de Finlandia.
Sólo unos días
en
la rosa blanca, reclinada
en su nave de madera,
y Moscú
abrió sus calles:
me esperaba
su claridad nocturna,
su vino transparente.
Viva es la luz del aire
y encendida es la tierra
a toda hora,
aunque el invierno
cierre con espadas
los mares y los ríos,
alguien espera, nos reconocemos:
arde la vida en medio de la nieve.

Y cuando
de regreso
brilló tu boca bajo los pinares
de Datitla y arriba
silbaron, crepitaron
y cantaron
extravagantes
pájaros,
bajo la luna de Montevideo,
entonces
a tu amor he regresado,
a la alegría
de tus anchos ojos:
bajé, toqué la tierra
amándote y amando
mi viaje venturoso!


ODE AL VIAGGIO FORTUNATO

Oh, viaggio fortunato!
Mi separai dalla primavera
lavorando nella mia patria.
I motori
dell’uccello di alluminio
trepidarono
e furono forza pura
scivolando nel cielo.
Così le cordigliere e i fiumi
attraversai, le estensioni argentine,
i vulcani, le paludi, le selve:
il nostro pianeta verde.
Quindi lanciò l’aereo sopra le nubi
la sua rettitudine d’argento
attraversando acqua infinita, notti
tagliate
come coppe o capsule azzurre,
giorni sconosciuti la cui fiamma
si mosse nel vento,
finché scendemmo
nella nostra stella errante
sopra l’antica neve della Finlandia.
Soltanto alcuni giorni
nella
rosa bianca, reclinata
su una nave di legno,
e Mosca
aprì le sue strade:
mi aspettava
la sua chiarezza notturna,
il suo vino trasparente.
Viva è la luce dell’aria
e accesa è la terra
a ogni ora,
sebbene l’inverno
chiuda con spade
i mari e i fiumi,
alcuno aspetta, noi riconosciamo:
arde la vita in mezzo alla neve.

E quando
di ritorno
brillò la tua bocca sotto i pini
di Datitla e in alto
fischiarono, crepitarono
e cantarono
stravaganti
uccelli
sotto la luna di Montevideo,
allora
al tuo amore sono ritornato,
alla allegria
dei tuoi grandi occhi:
scesi, toccai la terra
amandoti e amando
il mio viaggio fortunato!


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